Intervista ad Alberto D’Ercole – Al timone della nave Federfarma

Alberto D’Ercole è stato nominato Direttore generale di Federfarma a fine 2019, pochi mesi prima dell’arrivo del Coronavirus: si è trovato subito a dover affrontare un mare assai burrascoso. Giusto descriverlo al timone della nave Federfarma visti i suoi trascorsi come Ufficiale Superiore del Corpo delle Capitanerie di porto, ma poi la sua attività professionale l’ha svolta anche negli Uffici di Gabinetto e Legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di vari Ministeri; quindi sa bene come muoversi nell’ambito della Pubblica Amministrazione, e questo è un indubbio vantaggio.

Trascorso ormai il periodo di rodaggio (ma che periodo, con il Covid!) andiamo a intervistarlo per conoscere quali saranno le “rotte” che gli Uffici di Federfarma si troveranno a seguire.

Parliamo di lei e di questi primi anni di attività in Federfarma
Ho assunto il ruolo di Direttore generale di Federfarma nell’ottobre del 2019 dopo quasi trenta anni di esperienza lavorativa nella Pubblica Amministrazione. Nel corso di tutta la carriera ho avuto la fortuna di svolgere attività sempre diverse (dalla protezione civile all’ambiente, dalle infrastrutture ai trasporti, dai grandi eventi al demanio marittimo) e di apprendere l’importanza dello studio, dell’etica e della passione lavorativa; la necessità di ragionare senza preconcetti e di essere quanto più flessibile.

Faccio questa premessa per dire che, evidentemente la governance di Federfarma ha inteso in qualche modo “contaminare” i processi lavorativi e le dinamiche organizzative e gestionali degli Uffici con elementi esterni al “mondo-farmacia”, ritenendo di doversi maggiormente relazionare con l’apparato dell’amministrazione pubblica -non solo quello del settore sanitario- in un’ottica di interazione e di fattiva collaborazione.

Ciò che è emerso chiaramente fin dai primi giorni è stata la necessità di approcciare il settore delle farmacie in maniera dinamica, affrontando le complessità normative, regolatorie, amministrative, economiche e finanziarie in un’ottica di reciproco “riconoscimento” con la struttura che ho trovato: da parte mia ho cercato di trasferire le pregresse esperienze maturate nel settore organizzativo e gestionale; da parte dei componenti degli Uffici ho avuto la piena disponibilità di un patrimonio di conoscenza vasto e approfondito, frutto di esperienze decennali nel settore.

Lei è arrivato in Federfarma in un periodo particolarmente insidioso, causa Covid-19. Quali i momenti più difficili che ha dovuto affrontare?
Dopo pochi mesi dal mio insediamento è scoppiata la pandemia, sfociata a marzo 2020 nel lock-down che ha costretto la Federazione a rimodulare totalmente la propria attività: quegli stessi interlocutori pubblici chiamati a gestire l’emergenza sono divenuti, fin dai primi giorni, i nostri principali referenti per l’organizzazione quotidiana del lavoro della struttura di Federfarma e, soprattutto, di quello delle farmacie: per questo motivo gli Uffici di Federfarma sono rimasti sempre e comunque aperti, per garantire un concreto supporto alle farmacie.

Questa situazione, per un verso, ha senz’altro agevolato il mio pieno inserimento -avendo potuto in qualche modo replicare le pregresse esperienze nel campo dei contesti emergenziali affrontati in protezione civile- e, per altra parte, ha confermato l’efficienza e la capacità di risposta degli Uffici che, pur in un contesto assolutamente nuovo, hanno dato un contributo costante e rilevante, consentendo di svolgere tutte le attività necessarie a supportare le farmacie in una fase di grande criticità.

Di difficoltà ne abbiamo affrontate molte, soprattutto quelle legate alla necessità di fornire sempre e comunque risposte puntuali ai nostri farmacisti pur nell’oggettiva incertezza derivante dal contesto emergenziale. Ciò che ho apprezzato veramente in quei frangenti è stata la capacità di adattamento dell’intera struttura e la perizia nel mutare dinamiche lavorative in base alle necessità che via via si manifestavano. Di questo sono soddisfatto e ringrazio tutto il personale di Federfarma, che ha creduto fin da subito nell’importanza della velocità di reazione.
Ho avuto una vita piena e intensa, ho fatto tanti lavori e ho imparato che spesso bisogna rinunciare a ciò che si era pianificato per affrontare ciò che la vita ci mette di fronte: e allora occorre farlo bene, con impegno, passione e responsabilità.

Poi, terminato il lockdown, l’apparato tecnico si è rimesso in moto con le normali modalità operative, assicurando il proprio contributo su tre ambiti fondamentali: la diffusione di tutte le informazioni necessarie per il corretto svolgimento delle quotidiane attività da parte delle nostre farmacie; l’opera di costante e fattiva interazione con la Pubblica Amministrazione, per l’adozione della copiosa normativa che ha caratterizzato l’intero periodo emergenziale; la definizione di protocolli operativi per l’erogazione dei nuovi servizi assegnati alle farmacie.

Un primo giudizio, quindi…
Il giudizio sulle attività degli Uffici in questi tre anni in Federfarma lo lasciamo senz’altro esprimere ai farmacisti e ai cittadini. Ciò che da parte mia posso dire è che ogni singolo giorno di lavoro ho potuto apprezzare l’impegno dei miei colleghi nel garantire il buon funzionamento degli Uffici, nonché le competenze e la disponibilità dell’intero team; allo stesso tempo, ho avuto modo di verificare, in una situazione di stress test, l’operatività della Federazione.

Complessivamente sono soddisfatto del lavoro svolto e dei risultati ottenuti. C’è sicuramente ancora da lavorare per rendere più fluidi i processi, ma siamo sulla buona strada, anche grazie a una ottima base di partenza e ad alcuni correttivi al modello organizzativo, apportati in corso d’opera. Poi qualcuno dice che siamo stati “fortunati” a intercettare le esigenze di salute che sono scaturite dal Covid e che hanno visto le farmacie protagoniste: ecco su questo mi lasci dire che noi degli Uffici crediamo molto nella “fortuna” (si fa per dire) e troviamo che più lavoriamo duramente più siamo fortunati.

La pandemia ha cambiato profondamente il modo di lavorare delle farmacie. In che modo l’emergenza sanitaria ha influenzato l’operatività degli uffici di Federfarma?
La pandemia è stata un importante banco di prova per le farmacie. La loro capacità di resilienza è emersa in maniera importante e ha fatto sì che mutasse la sua percezione nell’immaginario collettivo: da luogo di dispensazione del farmaco a primo presidio sanitario sul territorio, parte integrante del Ssn. Ancora oggi lo scenario sta mutando velocemente, siamo in una fase di transizione, e ogni cambiamento comporta delle difficoltà tanto di ordine culturale, quanto di segno pratico. Quello che accomuna gli Uffici alle farmacie è, dunque, la necessità di un ulteriore sforzo di formazione e informazione: investire, insomma, in cultura. Gli uffici hanno dovuto rimodulare la propria attività e questo ha richiesto, innanzitutto, una loro riorganizzazione, basata su quattro concetti chiave: circolarità dell’informazione, lavoro per processi, cooperazione e flessibilità.

Sono state create due aree, l’area servizi interni, con a capo un vice-direttore (Ettore Colotta), e l’area servizi esterni, con a capo un altro vice-direttore (Paolo Betto), e i vari uffici sono stati inquadrati in queste due aree. Non si tratta, però, di un sistema rigido, strutturato a silos non comunicanti, bensì di un’articolazione per ambiti di attività indicativi, visto che il lavoro si svolge, appunto, per processi. I vari uffici, quindi, interagiscono tra loro per affrontare tematiche complesse, che richiedono competenze diversificate e una costante attività di interlocuzione interna.

Qualche esempio? Cito due temi per tutti, quello dei test antigenici e quello dei vaccini somministrati in farmacia, che hanno implicazioni di natura amministrativa, economica e fiscale, di verifica della congruità della normativa (anche a livello comunitario), della sua corretta applicabilità al settore e dell’individuazione delle garanzie a tutela dei farmacisti e degli utenti, senza dimenticare gli aspetti della comunicazione interna ed esterna.

Praticamente tutti gli uffici sono stati coinvolti nella definizione di queste tematiche che hanno avuto un impatto rilevante sull’attività delle farmacie. Anche questa nuova dinamica lavorativa ha senz’altro contribuito a quei riconoscimenti normativi che valorizzano il ruolo professionale del farmacista, consentendogli oggi di praticare a regime vaccinazioni, somministrare tutti i test che prevedono il prelievo di campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo, operare il prelievo di sangue capillare.

L’altra esigenza emersa nel razionalizzare l’attività degli uffici -chiamati a rispondere a parità di risorse a problematiche sempre più complesse- è stata quella della flessibilità: i funzionari svolgono ora funzioni di supporto ai colleghi di altri uffici, acquisendo via via nuove competenze e consentendo una costante presenza di personale in grado di far fronte a tutte le esigenze. Obiettivo finale della struttura tecnica, ovviamente, è quello di supportare ancor più le farmacie, impegnate quotidianamente nella complessa attività di dispensazione di farmaci e di erogazione di servizi che richiedono continui aggiornamenti, per garantire il corretto svolgimento di tutte le funzioni vecchie e nuove.

Quali sono state le maggiori sfide che vi hanno impegnato in questo triennio e quali gli strumenti per fronteggiarle?
Il dato maggiormente evidente è stato senz’altro quello di essere riusciti -con non poca fatica, ma con altrettanta soddisfazione- a portare in farmacia nuovi servizi, ora erogabili direttamente dal farmacista. Lavorare a supporto e in sinergia con la Parte Pubblica, tanto a livello di governance quanto a livello tecnico, ha consentito di varare importanti provvedimenti normativi -cito tra tutti la remunerazione aggiuntiva sperimentale e il bando del Pnrr destinato allo sviluppo delle farmacie rurali- e di sottoscrivere protocolli operativi nazionali per l’esecuzione dei tamponi e per la somministrazione di vaccini anti-Covid e antinfluenzali, che hanno costituito punti di riferimento importanti a livello regionale per valorizzare il ruolo delle farmacie e ampliare il modello della Farmacia dei servizi.

Molto importante è stata, in quest’ottica, la costante interlocuzione con le Organizzazioni territoriali di Federfarma, che ha consentito un trasferimento bidirezionale di informazioni estremamente utile per calibrare gli interventi sia a livello nazionale, sia locale, e che ha favorito l’applicazione delle varie novità normative e gestionali sul territorio.

Altrettanto impegno è stato dedicato all’identificazione degli interessi delle farmacie nei confronti del decisore pubblico. Tutti gli Uffici sono stati coinvolti in un’analisi tecnica mirata a individuare con precisione, chiarezza e sintesi le esigenze da portare all’attenzione dei nostri interlocutori e mai ci siamo rifatti alla cosiddetta “teoria del precedente”, o a rivendicazioni anacronistiche. Abbiamo sempre offerto soluzioni che garantissero -sullo stesso piano- tanto il soddisfacimento dell’interesse pubblico quanto la valorizzazione del ruolo del farmacista e la sostenibilità economica delle farmacie.

Ecco, di una cosa possiamo ritenerci senz’altro soddisfatti: della leva reputazionale che ci siamo guadagnati e sulla quale possiamo contare. Posso assicurare che gli Uffici di Federfarma sono considerati interlocutori seri e affidabili in tutti i contesti in cui ci troviamo a operare. Essere affidabili paga tantissimo: i nostri interlocutori -in primis le articolazioni territoriali di Federfarma- conoscono il lavoro di squadra degli Uffici e sono perfettamente consapevoli di come riusciamo ad arrivare insieme all’obiettivo, non come individui, ma come gruppo. Diceva Marco Aurelio che ciò che non è utile allo sciame non è utile neanche per l’ape, e allora il coinvolgimento deve essere totale, ciascuno contribuisce al raggiungimento del risultato secondo le proprie caratteristiche e prerogative, e soprattutto, nell’attività di tutela delle farmacie non si lascia indietro nessuno.

Quali le armi usate per essere credibili?
La credibilità che abbiamo conseguito è dovuta essenzialmente a tre fattori: diciamo sempre la verità; a volte si ha paura a dire la verità, perché ci si aspetta una reazione avversa da parte dell’interlocutore. In realtà se mentiamo o omettiamo stiamo solo procrastinando il problema; se, invece, ci abituiamo alla sincerità, magari andremo incontro a piccole problematiche quotidiane, ma potremo creare rapporti solidi e duraturi.

E poi cerchiamo di essere sempre puntuali, abbattendo, per quanto possibile, i tempi di risposta ai quesiti che ci vengono sottoposti. Essere puntuali può sembrare una banalità, ma io credo sia un sintomo di rispetto, che assorbe quel clima di incertezza che genera sfiducia. Da ultimo, ci assumiamo sempre le nostre responsabilità: lo abbiamo dimostrato più volte durante il periodo pandemico, magari “forzando” uno steccato normativo che appariva rigido e invalicabile. È un banco di prova: i nostri associati ci assegnano delle responsabilità e vogliono vedere se possono fidarsi. Posso sostenere per esperienza che sapersi assumere una responsabilità e portarla a termine anche senza che l’altra persona ci controlli porta enormi vantaggi. Ho notato che i nostri associati apprezzano questo atteggiamento, perché crea un clima di fiducia e soprattutto permette una divisione serena dei compiti. Consente, quindi, di fare gruppo e squadra.

Qual è il valore aggiunto garantito dagli uffici all’attività della Federazione?
È costituito dalle competenze maturate in anni di attività al servizio delle farmacie, dalla disponibilità costante e dai rapporti di interlocuzione instaurati con esperti e tecnici esterni che si occupano dei vari ambiti della farmacia. Grazie a queste caratteristiche gli uffici sono stati in grado di affrontare problematiche anche fortemente innovative e complesse. Le farmacie possono così contare su un team di funzionari efficiente e flessibile, pronto a supportarle su molti fronti della loro attività.

Tra i servizi informativi forniti alle farmacie, per quanto ci riguarda più da vicino, ricordo le circolari diramate giornalmente e inviate alle organizzazioni territoriali, ai fini di un loro inoltro alle farmacie associate, e pubblicate nell’area riservata del sito internet www.federfarma.it. Nel 2020, anno in cui è scoppiata la pandemia, sono state diramate 748 circolari, in media 3 circolari per ogni giornata lavorativa, che hanno richiesto un grande impegno sul fronte dell’interpretazione e della illustrazione di atti normativi, soluzioni organizzative e di supporto all’attività delle farmacie. Alcuni ci hanno rimproverato per questa “iper-produzione” di atti: vorrei ribadire che ogni singola comunicazione ha il solo scopo di dare contezza delle innumerevoli disposizioni che ogni giorno vengono emanate e che incidono direttamente sull’operatività delle farmacie.

Le farmacie possono poi contare anche su altri strumenti di comunicazione curati dagli uffici, in sinergia con strutture esterne -in primis il “tuo e nostro” Farma7- il sito internet, le newsletter, i profili social della Federazione, i numerosi webinar organizzati su tematiche specifiche, quali quelli sull’avviso pubblico per l’erogazione di risorse del Pnrr alle farmacie rurali. Va considerato, poi, che un’importante attività di supporto viene assicurata alle farmacie, per quanto riguarda l’ambito dei servizi, da Promofarma, e colgo l’occasione per ringraziare, per Promofarma tutta, l’amico e collega Mauro Palli per il quotidiano e indispensabile supporto che la Società assicura agli uffici di Federfarma, alle organizzazioni territoriali e alle farmacie.

In sostanza, è importante che i titolari sappiano che hanno a disposizione una struttura articolata e specializzata, in grado di fornire loro assistenza, consulenza e servizi informativi su tutti i principali ambiti di attività.

Come immagina la farmacia da qui a 10 anni e quali sono gli obiettivi che gli Uffici si pongono per favorire il cambiamento?
Parliamo prima degli strumenti che sono gli stessi del primo giorno: studiare, lavorare con etica e con passione, essere curiosi e aperti al cambiamento, ragionare con la propria testa senza preconcetti, dire no per una giusta causa, aiutare chi ha più bisogno.

Con questi strumenti è più facile conseguire il nostro obiettivo principale: tutelare seriamente le farmacie perché se lo meritano, perché hanno dimostrato di saper fare, perché, senza retorica alcuna, rappresentano davvero un centro socio-sanitario a servizio della comunità. Il risultato di tutto ciò non può che essere la farmacia come punto di dispensazione della salute a 360 gradi. Una farmacia fondata sulla più efficace ed efficiente dispensazione del farmaco centrata sul counseling, sulla presa in carico del paziente cronico, sulla prestazione dei servizi anche attraverso la telemedicina. Una farmacia dinamica al servizio del cittadino.

Da parte mia e degli Uffici tutti posso assicurare che continueremo ad adoperarci per fornire alle nostre farmacie tutti quegli strumenti in grado di supportarle, consentendo loro di svolgere un nuovo ruolo all’interno del sistema sanitario nazionale.

(Intervista di Lorenzo Verlato, Farma Mese n. 7/2022 ©riproduzione riservata)

2022-09-05T10:59:14+02:00