“In una scala da 1 a 10, dove 1 sta per punto esclusivamente di dispensazione del farmaco e 10 presidio sanitario al servizio della comunità, quale la sua visione della farmacia oggi?”. A questa domanda sia i farmacisti, sia i cittadini intervistati rispondono collocando la farmacia al 7° e 8° gradino. “E quale, invece, la sua visione ideale di farmacia del futuro?”. Anche qui la risposta è comune a entrambi, ma il voto sale ancor più, al 9° e 10° gradino.
Un’assonanza che scioglie ogni dubbio su dove deve andare la farmacia: da semplice luogo di dispensazione del farmaco a primo presidio sanitario di prossimità, come suggerisce anche il bel libro di Federfarma “Evoluzione della farmacia dei servizi”.
Ci soffermiamo su quest’ultima domanda proposta dal “V rapporto annuale sulla Farmacia” -realizzato da Cittadinanzattiva e Federfarma, con il contributo non condizionante di Teva- perché aiuta a capire come la farmacia dovrebbe evolversi. E a dircelo sono tanto i farmacisti, quanto i cittadini, segno di una visione comune che non lascia dubbi sulla strada da percorrere. Ma il cammino è in salita, perché vanno superati preconcetti, ritrosie, riluttanze, e nel contempo va coltivata la voglia di rinnovarsi, di sviluppare una nuova cultura professionale.
Ma attenzione: l’84,9% dei farmacisti intervistati dichiara che dovrebbero essere potenziate le attività di prevenzione e di screening, il 71,3% la dispensazione attiva del farmaco corredata da servizi cognitivi, il 67,1% la telemedicina e il 67,3% i test diagnostici. Sono indicazioni che delineano una visione proattiva e una disponibilità che merita di essere sostenuta.
E i cittadini, invece, che cosa chiedono? Secondo la ricerca “Stada Health Report 2022”, che riporta 30.000 interviste effettuate in 15 nazioni europee (2.000 per ogni Stato), il 92% degli intervistati italiani chiede Covid-test e pagamenti con carte di credito, il 91% vorrebbe servizi di check-up sulla salute e il 90% poter ordinare online. E ancora, l’81% desidererebbe consulenze individuali e, con la stessa percentuale, poter essere vaccinato in farmacia, mentre l’80% punta sulle consegne domiciliari. Insomma, molti i desiderata, spesso anche scoordinati, ma comunque sia dimostrano che si vuole una farmacia diversa, ancor più presidio sanitario a servizio della comunità.
Vanno letti con attenzione sia il libro Federfarma, sia il Rapporto 2022 sulla farmacia, perché offrono numerosi spunti, dai giudizi sui servizi alle vaccinazioni e alla telemedicina, dalle attività di prevenzione e screening alla medicina di genere, dal farmaco equivalente all’aderenza terapeutica e ai nuovi ruoli socio-sanitari. Ma quel che risulta evidente è non soltanto l’aumentato grado di fiducia che il cittadino riserva al farmacista in farmacia, ma anche il desiderio di poter contare su innovativi servizi di prossimità (forse per coprire carenze altrui).
Tanta stima comporta, però, altrettanto impegno e responsabilità. Soprattutto richiede capacità di cambiare pelle e funzioni, per andare verso quel “presidio sanitario al servizio della comunità” da più parti indicato. Ma che va ancora meglio individuato e ben definito.
(Editoriale di Lorenzo Verlato, Farma Mese n. 10/22, ©riproduzione riservata)