Incertezza vuol dire frustrazione?

Una delle condizioni in cui gli esseri umani non vorrebbero mai trovarsi è indubbiamente l’incertezza. Tutti, soprattutto con riferimento al mondo del lavoro, vorremmo essere in grado di prevedere quali saranno le conseguenze di una determinata azione che vogliamo intraprendere. Ciò permetterebbe una più accurata pianificazione e, tendenzialmente, consentirebbe di evitare errori grossolani.

Ma sappiamo che questo non è possibile. E se in passato poter fare previsioni non era cosa semplice, ma in circostanze stabili avevamo la possibilità di fare stime abbastanza attendibili, oggi questo è molto più difficile. Le dinamiche mondiali ci hanno dimostrato come, nel giro di un attimo, gli scenari possono cambiare, stravolgendo completamente qualsiasi piano. Dunque, una delle prime reazioni è: frustrazione.

Ora, giacché non possiamo liquidare l’argomento trincerandoci dietro il tema dell’incertezza, proviamo a vedere come andare oltre. In questo ci aiutano gli studi di Nathan Furr, un’autorità in materia di “digital transformation” e “disruptive innovation”. Secondo Furr, infatti, possiamo passare attraverso 4 fasi: guardare da un altro punto di vista, prepararsi, fare e sostenere. Ma andiamo con ordine.

Il modo in cui noi vediamo una determinata cosa cambia il nostro comportamento. Provate, per esempio, a chiedere ai vostri clienti se preferiscono una terapia che ha il 95% di probabilità di successo o una che ha il 5% di probabilità di insuccesso. La stragrande maggioranza delle persone sceglierà la prima (il 95% di successo), anche se le due affermazioni, chiaramente, vogliono dire esattamente la stessa cosa.

Questa è la dimostrazione che la semplice angolazione da cui un fenomeno viene osservato ne cambia la percezione. Dovremmo, dunque, essere in grado di guardare ai grandi ostacoli, alle difficoltà determinate dall’incertezza, con occhi diversi. Non è facile lo so. Ma Furr suggerisce delle tattiche.

Passiamo dunque al secondo punto: la preparazione. Quali sono le tattiche? Per esempio, cercare di semplificare alcuni processi; osservare con attenzione le nostre abitudini, mantenere quelle che ci danno sicurezza e liberarci di quelle che appesantiscono la nostra quotidianità. Provare a vedere le cose con un senso di sarcasmo e ironia e, ultimo ma non meno importante, far leva sulle nostre relazioni e confrontarci con la nostra community.

Si giunge dunque al terzo punto: fare. Forse il più difficile. Ma anche qui si tratta di prendere il grande masso dell’incertezza e di scomporlo in micro-eventi, che possano essere affrontati e gestiti uno dopo l’altro.

E poi, quarta fase, si stratta di sostenere. Che cosa vuol dire? Significa avere la lucidità e l’ottimismo per poter vedere gli eventi negativi non come permanenti, ma come passeggeri; significa che non bisogna attribuirsi tutte le responsabilità, ma essere consapevoli del fatto che stiamo gestendo una situazione e che non dobbiamo prenderci tutte le colpe nel caso in cui le cose non vadano proprio come stimato; significa non catastrofizzare, ma saper trovare i lati positivi anche in circostanze difficili; significa essere in grado di “gestire” anche un’eventuale sconfitta non vivendola come un fallimento personale, ma come una lezione imparata.

Siamo tutti d’accordo che mettere in pratica questi quattro passaggi non è una cosa semplice. Ma d’altra parte abbiamo sentito parlare più volte di resilienza, soprattutto negli ultimi anni. La resilienza è quel fenomeno che ci porta a tornare a essere come prima, dopo aver subito uno shock: pensiamo a una pallina di gomma che, dopo essere stata schiacciata, assume la forma precedente. Bene, non basta più. La vera sfida è riuscire a essere “antifragili”, mutuando la definizione da Taleb. Ciò significa che una volta compressi, in seguito allo shock, non torniamo come prima: siamo più grandi; siamo cresciuti.

Questa è la grande sfida che, come sempre, richiede tanta determinazione e altrettanta flessibilità.

(di Roberto Valente, Farma Mese n. 10/2022 ©riproduzione riservata)

2022-12-14T10:48:48+01:00