L’unione fa la forza”. Questo è l’antico motto ancora valido e sul quale si rinnova “Sistema Farmacia Italia” (Sfi, società costituita da Federfarma e Federfarma Servizi). Far parte con la propria farmacia di una rete, o network che dir si voglia, presenta non pochi vantaggi, sia finanziari, sia economici, sia gestionali. Sfi rilancia l’offerta partendo dal nuovo modello di farmacia dei servizi, con nuove iniziative di screening e di prevenzione. A tal fine, Sistema Farmacia Italia e Federfarma.Co (società di cooperative di farmacisti) hanno siglato un protocollo d’intesa con l’obiettivo di offrire alle farmacie il supporto più adatto ad affrontare le dinamiche legate al modello di competitività introdotto dalla Legge n. 124/2017, che ha consentito l’entrata delle società di capitale nella proprietà delle farmacie. Per saperne di più abbiamo incontrato il dottor Salvo Cassisi, presidente di Sistema farmacia Italia.
■ Come possiamo definire il nuovo modello di Sistema Farmacia Italia?
Si tratta di un’evoluzione, di un vero e proprio riallineamento alle nuove prospettive e al nuovo ruolo della farmacia, quale primo presidio sanitario di prossimità. Sistema Farmacia Italia vuole così essere veicolo, nei prossimi anni, di un grande cambiamento all’interno delle nostre farmacie socie, con l’obiettivo di farle crescere professionalmente ed economicamente, mediante lo sviluppo di nuovi percorsi volti ad offrire sempre più servizi mirati ed efficaci, accanto a una Pharmaceutical Care sempre più raffinata e personalizzata.
Per ottenere questi obiettivi, Sfi aveva bisogno di una nuova struttura che potesse darle una maggiore capacità organizzativa, di interpretazione del mercato e operativa, attraverso il supporto di piattaforme sulle quali gestire le progettualità. Abbiamo così migliorato la comunicazione con i nostri soci, rinnovando il sito internet e creando un nuovo canale Telegram. Prevediamo poi una serie di eventi sul territorio, per far conoscere ai colleghi le peculiarità della nostra rete.
■ Il vostro obiettivo, quindi, è rendere le farmacie competitive. Quali saranno a tal fine le prossime iniziative?
Il nuovo corso di Sfi si è inaugurato con una riorganizzazione della società volta a migliorarne l’operatività. Per far questo abbiamo rafforzato la squadra di lavoro in un’ottica di riorganizzazione degli asset, affiancando al nucleo originario un team che meglio rispondesse alle nuove esigenze operative della società. Abbiamo, pertanto, recentemente siglato un protocollo d’intesa con Federfarma.Co, azienda delle cooperative che, attraverso la propria struttura manageriale e facendo leva sul proprio core business di centrale di acquisto, siamo certi darà una forte accelerazione al processo di evoluzione di Sistema Farmacia Italia, sia nella governance dei progetti, sia nella parte di interlocuzione con le aziende farmaceutiche. In questo contesto Federfarma.Co metterà a disposizione un team di manager specializzati nelle diverse aree -Direzione Generale, Direzione Commerciale, Direzione Marketing- che in linea con le direttive del Consiglio di amministrazione di Sfi e supportato dalle società scientifiche, possa pianificare, gestire e sviluppare un piano industriale pluriennale sostenibile, che dia alle farmacie indipendenti una maggiore capacità di acquisto e una migliore marginalità nell’attività commerciale, oltre a quel valore aggiunto del “fare rete”, che costituisce la base della costituzione di Sistema Farmacia Italia.
■ Trova che la necessità di “fare rete” tra le farmacie private sia ancora un tema sul quale lavorare? A tal fine, trova che sia necessario un cambio di paradigma culturale?
Sistema Farmacia Italia nasce con un posizionamento nuovo, in cui l’unicità e l’indipendenza della farmacia sono i valori fondanti che ne caratterizzano il percorso. La farmacia associata a Sfi, infatti, manterrà sempre la sua autonomia decisionale e operativa, ma potrà sfruttare le potenzialità del “fare rete”, a differenza di altre realtà nelle quali il farmacista rischia di sentirsi “imbrigliato” all’interno di dinamiche puramente commerciali. Sfi, quindi, è una rete di farmacie volta a implementare processi di standardizzazione, che permettano a tutte le farmacie associate di accedere a nuove potenzialità di business.
Sono fiducioso che i tempi siano cambiati e i colleghi abbiano sempre più chiaro il valore della condivisione di un percorso. Vogliamo lavorare attraverso progetti e iniziative di valore, che possano apportare nuove energie e attrarre potenziali nuovi associati. Ritengo che, in un’epoca di transizione e di cambiamento come questa, il vantaggio competitivo stia nella capacità di trovare nuove vie e di offrire soluzioni innovative e sempre più responsive, con uno sguardo attento alle dinamiche commerciali e al vantaggio competitivo che ne derivano. Ci auguriamo che le nuove leve, i nuovi farmacisti, sappiano e possano cogliere l’opportunità che essere parte di Sfi porta con sé.
■ Quali sono i progetti di Sfi per i prossimi anni, e in particolare per il 2023?
Stiamo lavorando su un piano di attività triennale che ci permetterà, nei prossimi giorni, di poter condividere con le farmacie socie e con chi ne vorrà far parte, un interessante planning di attività che spazierà su diversi ambiti, potenziando in ogni campo la formazione del farmacista e dei suoi collaboratori. Noi crediamo nei nostri progetti e nelle forti ricadute positive che queste attività avranno sulla farmacia e sulla relativa clientela. Sfi non lavora esclusivamente a iniziative di livello nazionale, ma può venire incontro anche alle esigenze del territorio, lavorando, quindi, anche su singoli progetti locali. Possiamo solo puntare sui risultati e siamo fiduciosi che molti colleghi sposeranno le nostre attività, perché supportati da riscontri oggettivi.
È da tempo che lavoriamo su progetti innovativi e capaci di rispondere alle esigenze della farmacia e della propria clientela. In questi giorni stiamo definendo la programmazione per il 2023 che sarà presentata al prossimo consiglio di amministrazione. In questa fase storica, infatti, le farmacie hanno bisogno di mettere in campo progetti davvero utili e che portino risultati concreti e tangibili. Pertanto, accanto alla dispensazione del farmaco, occorre potenziare il percorso di Pharmaceutical care. Da circa nove mesi abbiamo iniziato una collaborazione con Shackleton Consulting, società che si occupa di consulenza, Formazione e ricerche di mercato, con una forte specializzazione nel mondo della farmacia. Insieme abbiamo condiviso un progetto incentrato sull’offerta di consulenze sempre più personalizzate, che possano differenziare le farmacie e renderle ancor più competitive, operando nella formazione del farmacista sul consiglio professionale nelle principali aree terapeutiche legate al mondo dell’automedicazione.
In particolare, abbiamo deciso di concentrarci su: dolore, respiro e ansia.
■ Come intendete operare?
Abbiamo intenzione di sviluppare, insieme con le società scientifiche di riferimento, una formazione certificata per ampliare le conoscenze sulle tre aree tematiche di riferimento e migliorare la capacità di consiglio sulle categorie di prodotto interessate. Un percorso rivolto alla crescita professionale del farmacista e dei suoi collaboratori. Inoltre, le nostre attività sono disegnate all’insegna della responsabilità sociale d’impresa (Csr). Del resto, non dimentichiamo che l’attenzione alla persona e al sociale è nel Dna della nostra professionalità.
■ Che cosa chiedete ai vostri associati?
Chiediamo loro di credere nella forza del gruppo, di seguire e partecipare alle nostre iniziative con passione e consapevolezza. Ringrazio Federfarma e Federfarma Servizi, che hanno creduto in Sfi fin dall’inizio e continuano a supportare le nostre iniziative, forti del proprio ruolo istituzionale e dell’importanza di “fare rete”.
(di Silvia Martello, Farma Mese n. 1/2-2023 ©riproduzione riservata)