Fse e Dossier farmaceutico, due appuntamenti imperdibili

Non è possibile realizzare una sanità veramente territoriale, che la recente pandemia ha dimostrato non più rinviabile, se prima non si concretizza una reale sinergia che metta in rete tutti i professionisti sanitari (medici, pediatri, specialisti, farmacisti, infermieri), insieme con una farmacia capace di offrire nuovi servizi capillarmente diffusi. Lo strumento per garantire efficacia e organicità a questa rete esiste già, si chiama Fascicolo sanitario elettronico (Fse). Peccato che ancora non abbia l’utilizzo che merita.

Il Fse rappresenta un’innovazione che apre la porta alla digitalizzazione del Ssn e che consente la memorizzazione dei dati sanitari della popolazione su server centralizzati accessibili a tutti gli operatori sanitari. Non soltanto, quindi, dati identificativi, ma anche referti, verbali di Pronto soccorso, dimissioni ospedaliere, farmaci assunti e così via, tali da garantire un dettagliato identikit del paziente. Un insieme di informazioni essenziali per fare diagnosi e prevenzione, per studi e ricerche, per valutare i costi assistenziali e programmare le attività, in modo da migliorare la qualità delle cure e rendere l’assistenza sostenibile.

L’importanza del Fse viene ben evidenziata nel libro “Evoluzione della farmacia dei servizi”, realizzato da Federfarma partendo dalla sua prima attività, la dematerializzazione della ricetta medica, che ha consentito di superare le difficoltà provocate dal lockdown. Grazie alla dematerializzazione della ricetta i cittadini possono acquistare i farmaci in regime di SSN alle condizioni previste nella propria Regione di appartenenza in qualunque farmacia sul territorio nazionale.

Nel FSE si integra il “taccuino di salute”, gestibile in autonomia dal paziente, che può inserire informazioni, come le abitudini alimentari, lo stile di vita, i dati familiari, i consumi in automedicazione.Sono tutti dati che possono fornire al medico e al farmacista indicazioni utili a individuare sia eventuali patologie, sia i possibili rimedi, così come il profilo sintetico del paziente può consentire nelle situazioni di emergenza di fornire un sintetico identikit sanitario per un rapido e sicuro pronto intervento.

Il Dossier farmaceutico
Il Dossier farmaceutico (Df) è lo strumento del Fascicolo sanitario elettronico destinato al farmacista, purtroppo attivato con iniziali incongruenze e senza un buon coordinamento tra le Regioni, che ne rendono ancora problematica l’attuazione. L’Italia, infatti, è molto indietro rispetto agli altri Stati Ue, ma il Df è uno strumento dal quale non si può prescindere, perché i bisogni di salute dei cittadini impongono di superare l’attuale impostazione a “comportamenti stagni” che separa i professionisti sanitari. Il medico di famiglia, infatti, non può più ignorare eventuali assunzioni da parte del paziente di medicinali in automedicazione, così come il farmacista non può ignorare che la terapia prescritta potrebbe essere compatibile con la dispensazione, per esempio, di un Fans.
È importante, quindi, che i nuovi strumenti digitali trovino ampia diffusione: non è sufficiente che offrano una semplice fotografia della storia del malato, bensì occorre garantirne l’accesso su tutto il territorio. Questo consentirebbe al Ssn di elaborare strategie sanitarie affidabili ed efficaci, con un conseguente risparmio in termini di spesa pubblica.

Ben precisi sono gli obiettivi che il Df consente di raggiungere, come indicato su “Evoluzione della farmacia dei servizi”:
• migliorare la qualità delle cure e diminuire i rischi di interazioni farmacologiche
• migliorare l’aderenza terapeutica dei pazienti cronici, specialmente nelle aree più interne del Paese, lontane dalle strutture ospedaliere dei grandi centri urbani
• aumentare l’efficienza della spesa sanitaria pubblica
• riconoscere le competenze professionali del farmacista, a conferma del ruolo della farmacia come primo presidio sanitario polifunzionale sul territorio.
Una riprova della sua importanza la offre l’ampia diffusione in Francia, fin dal 2007, del ”Dossier pharmaceutique”. Il suo accesso è consentito soltanto ai farmacisti, con il consenso del cittadino, e risulta particolarmente utile ai malati cronici e ai pazienti con comorbilità. Viene poi utilizzato soprattutto per fare la riconciliazione farmacologica, il follow-up e la riabilitazione, per la dispensazione ex classe H e per la presa in carico d’urgenza del paziente. In particolare, si è dimostrato utile per segnalare i farmaci irreperibili e per individuare tempestivamente i medicinali alternativi. Inoltre, un’indagine sul suo utilizzo ha dimostrato che il farmacista francese vi ricorre almeno una volta la settimana (69%) per la dispensazione degli ex classe H (89%), mentre nel 73% dei casi il De ha permesso di riscontare situazioni anomale o incongruenze.

Le criticità in Italia
La grande importanza del Fascicolo sanitario elettronico e del Dossier farmaceutico viene purtroppo contraddetta dal loro scarso utilizzo. L’Osservatorio innovazione digitale in sanità rileva che solo il 38% della popolazione ha sentito parlare di Fse e solamente il 12% l’ha effettivamente utilizzato. Inoltre, i servizi messi a disposizione dal Fse variano a seconda delle Regioni, così come i loro contenuti e modalità d’accesso e, soprattutto, mancano strumenti preposti a far confluire automaticamente i vari dati (Cup, vaccini, trapianti ecc.), con dispersione o inutilizzo di preziose informazioni.

Ora, però, la Legge 25/2022 fa ben sperare, avendo dato all’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) specifiche linee guida da attuare. Inoltre il Pnrr ha stanziato 1,38 miliardi di euro proprio per il potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico, ponendo quattro obiettivi: suo accesso uniforme su tutto il territorio; integrazione tra professionisti e strutture sanitarie per garantire continuità assistenziale; personalizzazione con la creazione di protocolli di diagnosi e cura personalizzati; policy per fornire politiche di prevenzione, di programmazione e di attività di ricerca. Il nuovo Fse -precisa ancora “Evoluzione della farmacia dei servizi”- viene così concepito come un ecosistema di dati che permetteranno ai farmacisti di erogare nuovi servizi sanitari in farmacia, tra i quali il monitoraggio dell’aderenza terapeutica e di eventuali interazioni farmacologiche, la consultazione del prospetto informativo della terapia e la prenotazione di prestazioni per conto dei pazienti. tutti i professionisti sanitari potranno accedere al Fse tramite un apposito portale, disponibile anche attraverso servizi di integrazione digitale con il software della farmacia.

Nuovo Fse e farmacia dei servizi
Il nuovo Fascicolo sanitario elettronico non mancherà, poi, di aprirsi al cittadino, permettendogli di accedere a informazioni sulla propria salute e a nuovi servizi. Potrà, per esempio, consultare i prospetti delle sue terapie farmacologiche e dei vari trattamenti richiesti, ricercare la farmacia più vicina fornita dei farmaci o degli alimenti prescritti, richiedere la consegna domiciliare, pagare elettronicamente il ticket e così via.

Per quanto riguarda i farmacisti, Il Fse li abiliterà a erogare in farmacia nuovi servizi in collaborazione con gli altri professionisti, tra cui la prenotazione di visite specialistiche, esami diagnostici, vaccinazioni. Potrà inserire i dati sul Dossier farmaceutico, o segnalare eventuali sovrapposizioni farmacologiche e monitorare l’aderenza terapeutica dei pazienti cronici. Si darà così il via a una sanità veramente territoriale, capace di interconnettere tutti gli attori del sistema sanitario e di avvicinare i vari servizi ai cittadini.

Il Fascicolo sanitario elettronico diventa, allora, la nuova sfida della sanità digitale che impone alle diverse professioni di collaborare in sinergia, per poter rispondere ai bisogni di salute del cittadino. In particolare, è fondamentale che il Dossier farmaceutico venga implementato dall’interno del Fse e che questo avvenga nei tempi e con le modalità previsti dal Pnrr. È una sfida, ma anche una priorità, a vantaggio sia dei malati cronici, sia delle aree più interne del Paese.

In tal senso il farmacista -conclude “Evoluzione della farmacia dei servizi”- grazie alla capillare accessibilità e alla fiducia di cui gode, potrà svolgere un’importante funzione di orientamento e di formatore/informatore. La trasformazione digitale della sanità, in un sistema basato sulla collaborazione tra i professionisti della salute, non può dunque prescindere dalla figura del farmacista in farmacia, dalla sua capacità di adattamento alle innovazioni e dalle potenzialità offerte dal nuovo modello di farmacia dei servizi.

(di Silvia Martello, Farma Mese n. 4/2023 ©riproduzione riservata)

2023-04-18T10:20:58+02:00