È passato più di un anno da quando la Russia ha invaso l’Ucraina e la guerra sta ancora continuando con tutte le conseguenze umane, sociali ed economiche che stiamo vivendo. Tutto ciò è accaduto quando il mondo stava lentamente rialzando la testa, dopo due anni di pandemia.
Ci siamo tutti resi conto, a un tratto, che gli scenari geopolitici internazionali possono subire scossoni tali da avere un riverbero sull’intero pianeta. E ci siamo anche resi conto della veridicità della legge darwiniana, secondo cui sopravvive non chi è più forte, ma chi riesce a cambiare, ad adattarsi più velocemente.
McKinsey ha condotto una ricerca intervistando i ceo di importanti multinazionali, per capire come si può fronteggiare un orizzonte così incerto e volatile. Come sempre, noi proveremo a ricondurre i macro-temi affrontati dai numeri uno di queste aziende globali alla nostra quotidianità. Si diceva nel titolo: “Ritornano gli animali…”. Naturalmente si tratta di una metafora, perché i ragionamenti dei nostri sono finiti proprio a categorizzare gli scenari secondo definizioni in parte a noi già note, in quanto trattate in queste colonne.
Cominciamo dai “cigni neri”. Il riferimento è chiaramente al testo di Taleb, in cui il cigno nero viene definito come quell’evento imprevedibile, che di tanto in tanto capita, ma che normalmente nessuno ha previsto (conoscete forse qualcuno che in tempi non sospetti, prevedendo una pandemia, avesse fatto scorte di tutti quei materiali che sono diventati introvabili?).
Passiamo poi al secondo animale: i “rinoceronti grigi”. E qui non possiamo più permetterci di allargare le braccia e dire: come potevo immaginarlo? I rinoceronti grigi sono visibili, sono davanti a noi, semmai distanti, ma sappiamo che sono pericolosi e che prima o poi attaccheranno. E quando ciò accadrà… Proviamo a riflettere su ciò che ci circonda e cerchiamo di capire se ci sono questi rinoceronti; in linea di massima dovremmo sapere come è fatto questo animale, quindi non dovrebbe essere difficile riconoscerlo. Ma potrebbe essere ancora distante, quindi guardiamo attentamente.
C’è poi un terzo caso, definito “silver lining”, rivestimento d’argento, ma che possiamo tradurre anche come “lato positivo”. Quando si verifica l’evento cigno nero ci sono degli ambiti in cui si creano anche delle nuove opportunità. Si pensi, per esempio, al fatto che a seguito del Covid i farmacisti hanno finalmente visto riconosciuta la loro posizione di operatori sanitari. Oppure hanno visto apprezzarsi il valore delle loro farmacie. Ora, che ci siano i lati positivi, però, non basta. Bisogna che questi vengano sfruttati, possibilmente per fronteggiare gli eventuali rinoceronti grigi!
C’è poi un’altra lezione che ci portiamo a casa: non possiamo più progettare il futuro voltandoci indietro a guardare il passato. Abbiamo ormai capito che viviamo nell’era della volatilità, quindi la grande sfida è guardare avanti, ma con occhi diversi; altrimenti sarebbe come guidare un’auto guardando costantemente lo specchietto retrovisore.
Ritorna dunque alla ribalta il pensiero di Peter Schwartz, futurista americano, autore del libro “The art of the long view”, diventato famoso per aver creato il suo metodo di “scenario planning”, il quale aveva tratteggiato alcuni errori che si fanno quando si pensa al futuro: avere troppa fiducia (in se stessi e nelle proprie conoscenze); vedere solo una parte della storia o del quadro futuro che si va a dipingere; dare un inquadramento sbagliato al problema; non fare le domande giuste.
Possono sembrare considerazioni banali, ma sono in realtà la base necessaria (ma non sufficiente) per la costruzione di uno scenario futuro. Poi ci vuole, naturalmente, tanta immaginazione e creatività.
E voi? Vedete forse rinoceronti grigi davanti a voi?
(di Roberto Valente, Farma Mese n. 4/2023 ©riproduzione riservata)