La forza del cosmetico

Il 2022 è stato una buona annata per il cosmetico in Italia, anche per la farmacia. E le previsioni per l’anno in corso sono confortanti per la forza del cosmetico. Infatti, nonostante uno scenario globale e nazionale incerto e un orizzonte poco chiaro, il settore conferma ancora una volta la sua solidità.

È quanto emerge dalla periodica indagine congiunturale del Centro studi di Cosmetica Italia, la numero 44 della serie, che raccoglie i preconsuntivi dell’anno 2022, con il confronto rispetto al 2021 e le previsioni per i primi sei mesi del 2023.

L’aspetto che innanzitutto risalta è che ci troviamo in un contesto pieno di fattori problematici: crisi geopolitica con una guerra in corso, emergenza ambientale, interrogativi ancora aperti sulla situazione sanitaria, costi energetici tuttora elevati, ritorno e persistenza dell’inflazione, difficoltosa reperibilità delle materie prime.

Il settore cosmetico in Italia sembra, però, resistere meglio di altri di fronte alle avversità, a dimostrazione, da un lato, dell’importanza che i cittadini continuano ad attribuire alla cura del proprio corpo e aspetto, al benessere e all’igiene personale e, dall’altro, della capacità delle imprese di reagire positivamente alle difficoltà. Infatti, il fatturato industriale del cosmetico in Italia risulta cresciuto dell’11,4% nel 2022 rispetto al 2021, arrivando così a quasi 13,2 miliardi di euro e si prevede che possa superare i 14 nel 2023, con un aumento del 7,7%.

Come ha fatto notare il presidente Benedetto Lavino (succeduto ufficialmente quest’anno, dopo un periodo di reggenza, a Renato Ancorotti, oggi senatore), i valori odierni hanno superato i livelli pre-crisi pandemica, con un +9% rispetto al 2019. Inoltre, la locomotiva delle esportazioni continua a viaggiare forte: 5,6 miliardi di euro nel 2022 (+15,8% rispetto al 2021) e una previsione di 6,2 miliardi nel 2023 (+10% sul 2022).

L’export costituisce oggi il 42% del fatturato dell’industria cosmetica. Va, poi, sottolineato che il tasso di inflazione nel settore cosmetico in Italia è stato in media circa del 4%, mentre quello generale del paniere dei consumi è decisamente più alto: +8,5% a gennaio 2023.

In sintesi, le incognite sono tante, ma ci sono motivi per essere ottimisti sul futuro del settore cosmetico.

Tutti i canali con segno “+”
Per quanto riguarda il mercato cosmetico italiano, i dati si confermano positivi per tutti i canali: il 2022 si è chiuso con un valore di 11,6 miliardi di euro, con un aumento dell’8,9% in confronto all’anno precedente. E per il 2023 ci si attende un’ulteriore crescita del 6,3%, con un risultato in cifre assolute di 12,3 miliardi.

L’andamento dei canali (come potete vedere nella tabella qui sotto) è contrassegnato dal segno “+”, anche se le performance sono ovviamente di diverso peso a seconda del canale. Una prima differenza, per esempio, è costituita dall’andamento dei canali tradizionali (che comprendono la farmacia) e di quelli digitali, più dinamico (+9,1% nell’insieme) di quello dei professionali (+6,3%).

Farmacia sempre affidabile
La farmacia ha avuto un 2022 soddisfacente, con una crescita del 4,8%; per i primi sei mesi del 2023 si prevede un ulteriore aumento del 3,2%. La sua quota di mercato è vicina al 17% del totale (16,9%), saldamente al terzo posto tra i canali che distribuiscono il cosmetico. Un risultato complessivamente positivo per il comparto in farmacia, anche se, con la netta ripresa della profumeria, il traguardo del sorpasso si è per il momento allontanato. Il canale conserva, comunque sia, il suo proverbiale rapporto di fiducia con i consumatori anche per l’acquisto di prodotti cosmetici.

Mass market canale n. 1
Mass market e Gdo restano al comando con il 42,5% di quota di mercato e tassi di crescita brillanti: +8,2% nel 2022 e un +5,1% previsto per il primo semestre del 2023. Percentuali generali che vanno certamente ritenute positive, anche se ormai da alcuni anni si registra una disomogeneità nell’andamento delle diverse tipologie di esercizio commerciale, con negozi monomarca e canali casa e toilette più dinamici delle grandi superfici (iper e supermercati).

Profumeria in netta ripresa
La profumeria è uno dei canali che hanno fatto segnare le migliori percentuali di crescita nel 2022 e nelle previsioni per i primi sei mesi di quest’anno: rispettivamente, +16,5% e +11%. Con questi risultati, la profumeria consolida il suo secondo posto tra i canali e allunga il passo rispetto al pur buon andamento della farmacia, facendo sembrare lontani i tempi critici che avevano caratterizzato già gli anni pre-Covid.

L’evoluzione dell’e-commerce
Merita una menzione speciale, ancora una volta, il canale più moderno, quello dell’e-commerce, da anni in forte ascesa e tuttora molto dinamico: +13,4% nel 2022 e prevedibilmente +12% nel 2023. In cifre assolute, con l’anno scorso ha raggiunto il valore di un miliardo di euro. Si profila, però, un lieve rallentamento nel trend di crescita, in parallelo con una significativa ripresa della tendenza di molti consumatori a ritornare nel negozio fisico. Siamo probabilmente in vista di un’evoluzione verso una integrazione e una complementarità tra i due modi di acquisto e vendita nel campo cosmetico.

I professionali fuori dal tunnel

Saloni di acconciatura e centri estetici, tra i più colpiti dalla emergenza pandemica, sembrano ormai usciti dalla fase più critica e possono registrare dati finalmente favorevoli: un “andamento sostenuto” per l’acconciatura professionale che chiude il 2022 con un +7% e dovrebbe ottenere un +5,5% per i primi sei mesi del 2023; per l’estetica professionale, si configura un +4,5% nel preconsuntivo del 2022 e un +5,5% per la prima parte di quest’anno.

Erboristeria e vendite dirette
Anche i canali al momento meno dinamici possono incassare un risultato positivo, sebbene con percentuali di crescita moderate. L’erboristeria cresce di mezzo punto percentuale a fine 2022; meglio dovrebbe fare nel primo semestre del 2023 (previsto un +1,3%). Le vendite dirette (porta a porta e corrispondenza) hanno chiuso il 2022 con un +1,2% e dovrebbero crescere dell’1,3% nei primi sei mesi di quest’anno.

E l’industria cosmetica continua a investire

L’indagine congiunturale di Cosmetica Italia ha sondato le posizioni delle aziende del settore per quanto riguarda la politica degli investimenti. Il risultato è anche qui confortante, in quanto gli operatori dichiarano che, nonostante le molte incognite, gli investimenti del secondo semestre 2022 mantengono i livelli del periodo precedente. Infatti, il 62% degli operatori dichiara un livello generale di investimento costante, mentre nel primo semestre 2022 questa percentuale era al 52%.

• Occupazione: l’industria cosmetica, nel secondo semestre, ha valori allineati con il semestre precedente (due intervistati su tre ne confermano il trend costante, uno su due l’aumento); quasi nullo l’utilizzo della cassa integrazione

• Utilizzo degli impianti: valori allineati a quelli del semestre precedente, con qualche lieve contrazione in chiusura di esercizio 2022

• Costi di produzione: le dichiarazioni legate all’aumento dei costi di produzione sono pari all’86% (erano il 94% nei primi sei mesi del 2022)

• Investimenti in macchinari e impianti e investimenti in manutenzione: anche qui si registrano valori costanti, allineati a quelli legati all’utilizzo degli impianti

• Ricerca e sviluppo: si registrano dichiarazioni costanti rispetto al semestre precedente (65% contro il 61% del periodo precedente): secondo il Centro studi, ciò conferma il “continuo investimento in know-how aziendale che da sempre contraddistingue la capacità competitiva dell’industria cosmetica”

• Investimenti in comunicazione: è l’ambito in cui si rileva il maggiore aumento, espresso dal 45% degli operatori intervistati.

Che cosa preoccupa di più gli operatori
L’indagine di Cosmetica Italia ha interpellato gli imprenditori anche su quali pensano che saranno nel 2023 i fattori che più potrebbero condizionare l’andamento della loro attività. L’elemento critico più citato è il costo delle materie prime (indicato da oltre la metà degli intervistati), seguito dal rincaro energetico e dal problema della reperibilità delle materie prime (come si vede nella tabella che riportiamo).

(a cura di Stefano Visintin – Panorama Cosmetico n. 2/2023 ©riproduzione riservata)

2023-03-30T10:51:42+02:00