L’universo della cosmesi green&bio in farmacia

Termini come bio, green, sostenibilità ambientale ci suonano ormai familiari e ne respiriamo l’aria in tutti gli ambiti: alimentare, chimico, cosmetico, dei trasporti, del turismo e via dicendo. Lo insegnano nelle scuole, lo vediamo comunicato ovunque: un atteggiamento da parte di tutti più sostenibile e responsabile sarebbe già un ottimo contributo per la salvaguardia dell’ambiente, ma il peso maggiore è dato senza dubbio dall’industria.

Elena Priami, farmacista

Che si tratti di industria alimentare, chimica, tessile, in qualunque ambito, l’intera filiera dei processi produttivi, fino all’imballaggio finale, provoca inevitabilmente un danno ambientale. Adesso, però, la tendenza è a una maggiore attenzione, anche a livello industriale, a non superare certi limiti oltre i quali l’impatto della produzione sull’ambiente sarebbe davvero dannoso. In che modo? Riducendo l’utilizzo di additivi e conservanti chimici potenzialmente tossici, per esempio, limitando l’utilizzo delle plastiche, le quali, a loro volta, devono essere riciclate e riciclabili. Ancora, limitando l’emissione di CO2, utilizzando materie prime (nel caso specifico dell’industria alimentare e cosmetica) il più possibile a km zero e provenienti da fonti rinnovabili e sostenibili.

IN FARMACIA  RICHIESTE IN CRESCITA

Come si sta muovendo in tutto questo il settore cosmetico? Il mercato del cosmetico green è in forte crescita e copre ormai un’importante fetta di mercato, soprattutto in farmacia: si stimano crescite, nel 2023, di circa il 7-8% rispetto al 2022, raggiungendo così un importante giro d’affari pari a circa un quarto delle vendite a valore di tutto il comparto beauty… non poco, insomma.

E l’offerta di mercato non è altro che la risposta a una domanda sempre più forte dei consumatori: sta crescendo esponenzialmente, infatti, l’attenzione del pubblico verso un consumo sempre più ecologico anche di cosmetici.

Chi di noi non si è mai imbattuto in clienti informatissime (a volte pure troppo!), che analizzano l’intero Inci (spesso senza capirne molto) e dotate delle più sofisticate app (a volte di dubbio valore, ma, comunque sia, utilizzatissime), che passano al setaccio ogni singolo prodotto di consumo, promuovendolo o meno con veri e propri voti, in base alla presunta qualità dei singoli ingredienti?

Ve lo concedo, non sempre è facile interagire con certe categorie di clienti, spesso troppo esigenti e non disposte ad ascoltare il nostro consiglio, ma dobbiamo entrare nella mentalità che ormai questa fetta di mercato non possa più essere ignorata, ma anzi valorizzata. Non dico che dobbiamo tutti diventare farmacie total green, ma lasciare uno spazio, sia fisico sia virtuale, a questo tipo di brand sì.

Ma adesso entriamo nel vivo della cosmesi: bio, green, naturale… sono tutti sinonimi? La risposta è no. La vera distinzione è essere considerati o meno azienda bio, e per essere considerati e riconosciuti tali, è obbligatorio avere una certificazione rilasciata da un organismo indipendente: pertanto non è possibile utilizzare il claim “bio” in assenza di tale certificazione.

GREEN E BIO NON SONO LA STESSA COSA

Questa è la sostanziale differenza tra aziende bio e aziende naturali/green: tutte possono rivendicare il fatto di essere naturali/green/clean, dal momento in cui hanno anche solo un ingrediente naturale nella loro lista Inci, e non viene effettuato alcun controllo sul claim “naturale”: questa mancanza di controllo permette, dunque, alle aziende naturali/green di avere al contempo nella loro formula ingredienti come siliconi, oli minerali, parabeni… tutti dannosi per l’ambiente e non ottimali per la pelle, in quanto riconosciuti come “perturbatori endocrini”, cioè in grado di minare l’equilibrio -e la salute- cutanea.

Uno degli enti più riconosciuti a livello internazionale, per esempio, è Ecocert (ma ne esistono anche altri): questa certificazione garantisce un approccio sostenibile ed eco-responsabile in tutte le fasi di creazione del prodotto: dalla formulazione, alla produzione, all’imballaggio con controlli annuali.

A livello formulativo è obbligatorio avere minimo 95% di ingredienti naturali e almeno 20% di ingredienti provenienti da agricoltura biologica, ma soprattutto non devono essere usati i già citati ingredienti chimici e conservanti come siliconi, parabeni, polimeri, ftalati, oli e cere minerali, coloranti di sintesi. La produzione deve essere ecosostenibile e a livello di packaging è vietato usare punti di colla o plastica inutile (in caso di utilizzo, deve essere almeno 50% riciclata e 100% riciclabile). Merita, poi, una precisazione (anche se un po’ fuori stagione) il tema dei solari, spesso con filtri non chimici, ma minerali e dal claim “ocean respect”, per il rispetto dell’ecosistema dei mari e degli oceani.

Si può, dunque, essere più o meno a favore del mercato bio, ma non si può rimanere indifferenti all’impegno che mettono le aziende certificate seriamente bio nella salvaguardia dell’ambiente.

ORIENTARSI NELLA SCELTA  DEL PARTNER GIUSTO

E per le farmacie che ancora non hanno provveduto a fornirsi di questo tipo di brand? Come orientarsi nella selezione e scelta delle aziende partner?

Come sempre la scelta deve essere dettata da vari fattori, che ogni singola farmacia deve prendere in attenta considerazione: posizione della farmacia, clientela media, possibilità di spesa, presenza o meno di erboristerie nelle immediate vicinanze che possono essere concorrenziali, e via dicendo. Nella miriade di aziende bio e green, consiglio di orientarsi su almeno una azienda che abbia la certificazione bio, perché garantisce la serietà della promessa ecosostenibile, avendo i requisiti già citati, visto che poi siamo sempre noi farmacisti a metterci la faccia. A una vera azienda bio possiamo poi affiancare, se vogliamo, una azienda semplicemente green, meglio se con una serie di referenze complementari all’altra (per esempio, una linea di haircare a fianco di linee skincare o bodycare).

A mio parere, il brand bio in questione deve comunque sia vantare attivi che siano davvero efficaci, con formulazioni derivanti dalla ricerca scientifica e deve garantire una sensorialità che faccia innamorare i consumatori… insomma deve essere un’azienda seria e di qualità.

Un valore aggiunto sarebbe, infine, un’adeguata animazione trade in farmacia da parte dell’azienda, dove venga offerta la possibilità di provare la sensorialità e l’efficacia dei trattamenti, così da comunicare in ogni modo possibile al cliente la nostra scelta etica.

(A cura di Elena Priami, Panorama Cosmetico n. 4/23, ©riproduzione riservata)

2023-11-03T10:33:28+01:00